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La bellezza di annunciare il Vangelo

In tempi in cui la Bibbia era quasi sconosciuta ai cattolici, Eurosia Fabris comprese che la fede nella persona di Gesù scaturisce dalla Sacra Scrittura, libro che lei leggeva, approfondiva di notte e meditava di giorno: poiché alla sera non le era permesso di soffermarsi a leggere la «storia sacra» - così si definiva allora la Sacra Scrittura, essendo una specie di piccola Bibbia per i fedeli -, si alzava di notte piano, piano e dopo breve preghiera leggeva, approfondiva, meditava su quelle pagine ispirate. Aveva intuito, in maniera abbastanza perspicua, che senza una costante, fervente e profonda preghiera non si cammina nelle vie dello Spirito e non si può certo diventare catechisti. Nutrita dalla Parola di Dio, dall’Eucaristia e sorretta dalla preghiera, Mamma Rosa visse una fede adulta, benché fosse poco più che adolescente. Lo comprese il suo parroco che, a lei ancora tanto giovane, affidò il ministero di catechista alle fanciulle: allora Rosina era poco più che quindicenne. Tuttavia, non le si sarebbe potuto chiedere cosa più gradita, sia per il suo connaturale affetto verso quelle tenere creature, sia per il desiderio di offrire loro il gran dono dell’istruzione religiosa.

Ogni domenica, e spesso anche nei giorni feriali – in occasione di Cresime e di Prime Comunioni – si vedeva la nuova catechista seduta dinanzi a una schiera di bimbe, tutta intenta a spiegare loro la «dottrina cristiana». Aveva un’arte speciale di ravvivare le aride formule del testo con delucidazioni, con esempi, con racconti, con ammonimenti e consigli, instillando in quei cuori puri l’amore di Gesù e di Maria, la fuga dal peccato e dai suoi pericoli, il buon contegno nella Casa di Dio. Esortava le bambine ad essere attente in Chiesa durante le omelie e la spiegazione del Vangelo, perché – diceva – «è proprio dal Vangelo che dobbiamo imparare a vivere da veri cristiani».

In questa scuola a lei così congeniale, si prodigò per anni ed anni fino al matrimonio. I bambini e i ragazzi che l’ebbero come catechista non dimenticarono mai la gioia che irradiava quando parlava della persona di Gesù, quando testimoniava la sua fede profonda, il suo amore alla Chiesa, la frequenza ai Sacramenti, la sua dedizione ai poveri, ad imitazione del Signore, che è passato per le strade della Palestina facendo del bene a tutti. Della loro catechista i piccoli del catechismo ricorderanno sempre la sua dolce pazienza, la gentilezza del tratto, l’affetto caldo e sincero che nutriva per tutti e per ciascuno. Eurosia si vide ricambiata dall’affetto vivissimo di quei bimbi che la consideravano come una mamma. Con le amiche e con i genitori dei suoi ragazzi usava un’arte particolare per distogliere la conversazione dalla mormorazione e dalla critica sterile e nociva: con uno stile suo proprio, fatto di soavità e di forti motivazioni, induceva al perdono, alla pace e all’amicizia ritrovata.

Qui può tornare utile la menzione di un dettaglio. Per ricevere i sacramenti, soprattutto per accostarsi all’Eucaristia, Eurosia voleva che i figli mettessero i vestiti più belli, in segno di rispetto e di festa. Sembrava che nei giorni festivi Mamma Rosa avesse quasi un’ambizione di preparare i suoi figli, voleva che fossero messi bene anche esteriormente, perché diceva: «Il Signore ama la pulizia dell’anima e anche quella del corpo. Davanti a Dio bisogna esser belli nell’anima e ben puliti anche nel vestito». I giorni più radiosi per questa madre erano quelli in cui i suoi figli ricevevano il santo Battesimo, sempre dentro l’ottavo giorno dalla nascita, e poi, all’età richiesta, la Cresima e la Prima Comunione. Ma anche in altre occasioni non dismise questo “stile catechistico”.

Per esempio, con le giovani che, numerose, frequentavano quotidianamente la sua casa per imparare l’arte del cucito, anche a loro, che l’ascoltavano con grande interesse e simpatia, insegnò a dialogare con Dio, ad approfondire la fede, a impegnarsi nella carità del prossimo e a scoprire il disegno del Signore nei loro riguardi. La sua casa non fu soltanto una palestra di fatiche personali per l’educazione dei figli. Il beneficio della sua opera, anzi, si estese anche a quanti le furono vicini per ragioni di lavoro e di amicizia. La fama della sua bontà e della sua abilità le attirò per molti anni uno stuolo di ragazze del vicinato che si avvicendavano in casa sua come apprendiste di sartoria.

Fu così che si radunò presso di lei una scuola casalinga di taglio e di cucito per giovani, a vantaggio di molte famiglie. Questa iniziativa, sorta in modo spontaneo, senza clamori, offrì a Mamma Rosa la felice occasione di praticare la carità e l’apostolato. Prima di tutto fu un atto di carità squisita, perché le giovani si addestravano in quest’arte senza pagare mai nulla; anzi, spesso cucivano a beneficio delle loro famiglie e per il proprio corredo nuziale. Oltre il soccorso materiale, Mamma Rosa mirava soprattutto al bene spirituale delle sue allieve. Con esse svolse un apostolato spicciolo, quotidiano, nascosto, con l’impronta di una cordiale semplicità; quasi come una madre che si giovava del lavoro per lo stimolo della pietà e della virtù. Queste ragazze, tanto a lei affezionate, sono divenute le più attese e assidue osservatrici del metodo e del tenore di vita tanto virtuoso di Mamma Rosa. È risaputo che gli alunni sono i migliori giudici dei loro insegnanti, quando i contatti di studio durano a lungo. Ebbene, intorno alla nostra umile maestra era un coro di voci, pervase di venerazione e di gratitudine che la esaltano.

6 novembre anniversario della Sua Santa Beatificazione.

Il santo nella Chiesa Cattolica, è colui che si lascia guidare dallo Spirito Santo e corrisponde alla sua chiamata. Lo Spirito ne plasma l'anima e quando vuole dare un messaggio alla sua Chiesa, lo presenta come esempio agli altri. Questo è il senso della beatificazione e canonizzazione nella Chiesa Cattolica. E la santità si manifesta in ogni età, condizione sociale e luogo. MAMMA ROSA condusse la sua adolescenza e giovinezza nella preghiera, nel lavoro, nella semplicità. Completò la sua formazione con la lettura di libri utili studiando il catechismo e la Storia Sacra. Insegnò il catechismo nella parrocchia di Marola alle fanciulle e nella sua casa l'arte del taglio e cucito alle giovani. E' stata beatificata il 6 novembre 2005 a Vicenza sotto il pontificato di Benedetto XVI. Si realizza così l'auspicio di Pio XII: "Bisogna far conoscere quest'anima bella, ad esempio delle famiglie di oggi". La diocesi di Vicenza la ricorda il 9 gennaio.... ed ora anche con il titolo di "Patrona dei Catechisti".

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