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La Famiglia

Mamma Rosa viene indicata come modello di una santità possibile a tutti, perché, da sposa e madre, è vissuta nella semplicità evangelica del dono di sé e del sacrificio per amore, nel quotidiano di una vita di famiglia accettata con le sue pene e sofferenze, gioie e speranze, nella continua ricerca della volontà di Dio da accogliere e fedelmente servire, non solo dentro la propria casa ma nella comunità, ossia verso tutti coloro che sono nel bisogno.

Da qualche anno l'attenzione forte della nostra Diocesi è rivolta alla famiglia considerata nella sua centralità educativa e cristiana. Il tema «Cristiani si diventa in famiglia» trova nella vita della Beata un luminoso esempio per ogni madre e per ogni famiglia.

Oggi possiamo annunciare con gioia che non solo cristiani, ma anche santi si diventa in famiglia.

Mamma Rosa, di fronte alle prove dure che la sua comunità familiare dovette superare, amava ripetere:

«Coraggio sempre. Facciamo la volontà di Dio e vedrete che Egli ci aiuterà. Il Signore ci ama tanto ed è morto per noi. Perché diffidare della sua Provvidenza?».

Brano tratto dall' Omelia per la beatificazione  di Eurosia Fabris Barban (Vicenza, Cattedrale, 6 novembre 2005, di Mons. Cesare Nosiglia)

Insostituibilità della famiglia

«I figlioli ce li manda il Signore»: l’insostituibilità della famiglia

Come è già stato riferito nel capitolo precedente, se c’è una ragione per la quale Mamma Rosa si era fatta conoscere – soprattutto dopo la beatificazione, in Italia e all’estero – è stato il fatto che abbia interceduto nell’ottenere dalla Santissima Trinità il dono della gravidanza per quelle spose che desideravano diventare mamme.

In realtà, queste «grazie», di cui io stesso sono testimone diretto, corrispondono all’indole naturale con la quale la Beata di Marola (VI) visse la propria ferialità. Mamma Rosa era molto generosa, faceva da balia spesso a bambini le cui madri non potevano allattarli, a volte si trovò con tre bambini contemporaneamente. Distribuiva ai più poveri, latte, uova, minestra, che portava personalmente, si può dire che si togliesse il cibo di bocca.

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