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La santità della chiesa pulsa dove essa vive il vangelo

La santità della chiesa pulsa dove essa vive il vangelo: la beata mamma rosa in pakistan e l’erezione dell’omomimo santuario diocesano,

In pieno Agosto nella trascorsa estate 2014 due giovani Frati Minori Cappuccini sono giunti a Rovigo da Roma per l’approfondimento della lingua italiana: Padre Shahzad Cesare Khokher e P. Newton Thangaraj, il primo Pakistano e il secondo di origini indiane. Dovevano intraprendere un programma di approfondimento linguistico previsto per i Frati stranieri che giungono in Italia per studi di specializzazione a Roma, trascorrendo la vita di preghiera e fraterna assieme ai Cappuccini di Rovigo, alla cui comunità religiosa lo scrivente appartiene. Come sono solito fare con gli ospiti speciali, regalai ad entrambi una biografia in inglese della “Beata Mamma Rosa”, mia bisnonna materna, pubblicata l’anno precedente in Germania per i tipi della Academia Verlag. In poco tempo notai come la spiritualità della prima Beata italiana di Papa Benedetto XVI avesse trovato un’eco singolare soprattutto in Padre Cesare, al quale sono stato più vicino, non (sol)tanto a tavola in refettorio, ma soprattutto aiutandolo, come e quando potevo, nell’apprendimento nel non per lui facile idioma di Dante Alighieri.

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Beata Mamma Rosa ora anche in Pakistan

Dall’Italia al Pakistan sono circa otto ore di volo.

Eppure Mamma Rosa, la Beata Eurosia Fabris, è riuscita a bruciare la distanza. Lei, infatti - e insieme con lei il suo messaggio di fede in Gesù Cristo vissuto nelle difficoltà e nelle gioie della vita familiare -, è oggi di casa a Lahore, la seconda città del Paese dopo Karachi, tra le prime trenta metropoli del mondo, capitale della regione del Punjab dove sono presenti alcune tra le moschee più grandi dell’Asia. Mamma Rosa è arrivata a Lahore non da sola, bensì insieme a un giovane cappuccino e sacerdote del posto, padre Shahzad (Cesare, per gli amici italiani) Khokher. Durante una recente permanenza a Marola (Vicenza), infatti, padre Cesare ha conosciuto la figura di Mamma Rosa, ne è rimasto colpito e ha così deciso di “trasportare” la devozione fino in Pakistan, in uno dei Paesi dove la presenza di fedeli musulmani è più viva e importante. In diverse chiese della città, padre Cesare ha raccontato ai fedeli -sempre tantissimi ad ascoltarlo, occhi grandi e profondi e attenti mentre il frate cappuccino raccontava la vita di questa straordinaria donna italiana - ciò che ha visto a Vicenza, e insieme la storia di Mamma Rosa, i suoi anni spesi per il bene dei suoi figli e di tutti coloro con cui veniva in contatto, i suoi anni di incontro con Dio e di fede incondizionata nella sua presenza: nulla, in Mamma Rosa, avveniva fuori da un dialogo ricco e costante con Gesù e sua madre Maria. Cosa può dire Mamma Rosa a un Paese di fede musulmana (i cristiani sono una minoranza numericamente risibile)? Difficile rispondere.

Mamma Rosa, così almeno è l’impressione che si ha a leggerne la biografia, semplicemente voleva portare a tutti coloro che incontrava l’amore di Gesù, far sentire che Gesù ama ognuno incondizionatamente. Forse, è questo stesso amore che lei desidera portare in Pakistan attraverso padre Cesare. Dai frutti si vedrà quel che accadrà. Di certo, la vocazione stessa di padre Cesare è legata alla fede islamica.

Ad essa, in qualche modo, il suo essere sacerdote guarda. Non a caso oggi padre Cesare vive a Roma, dove si fermerà fino al 2017, nel Collegio Internazionale dei frati minori cappuccini per conseguire la laurea in islamistica presso il Pontificio istituto di studi arabi. Una laurea che apre a compiti entusiasmanti e insieme delicati. Dice: «Mamma Rosa ha vissuto fino in fondo la propria vocazione di madre, amando Gesù e accogliendo i figli che il cielo gli ha donato. Anche in Pakistan c’è sete di figure come lei.

Per questo mi sto adoperando per farla conoscere nel mio Paese». Del resto, non è per caso che la Chiesa l’ha fatta beata. Portare avanti un processo di beatificazione e anche di canonizzazione significa in qualche modo additare una figura ad esempio per tutta la comunità ecclesiale. E offrire la possibilità di aprire un dialogo con il cielo attraverso l’intercessione di questa stessa figura. Così la devozione per Mamma Rosa è porta verso le cose del cielo, una porta che tutti in qualsiasi parte del mondo possono aprire.

Visita di fra Cesare

Padre Shahzad (Cesare) Khokher,

nato il 4 Aprile 1981 in Pakistan, ha vestito il saio Cappuccino in Sri Lanka nel 2004. Ha emesso i primi voti di povertà, obbedienza e castità (Professione temporanea) il 24 Agosto 2005 a Negambo in Sri Lanka, mentre la Professione perpetua dei voti a Lahore (Pakistan) il 29 Dicembre 2011, dove è stato pure consacrato sacerdote l’anno successivo il 3 di Agosto 2012. Tra i vari incarichi finora ricoperti è stato per due anni membro della Commissione per il Dialogo tra le diversi Fedi (2012-2014), della Commissione Internazionale per l’Unità delle Chiese (2013-2014), Superiore della Fraternità Cappuccina di “San Giuseppe” e Vice-Parroco a Lahore (2013-2014), nonché Assistente Diocesano della Gioventù dell’Arcidiocesi di Lahore.  Attualmente vive a Roma, dove si fermerà fino al 2017, nel Collegio Internazionale dei Frati Minori Cappuccini per conseguire la Laurea in Islamistica presso il Pontificio Istituto di Studi Arabi. Il Pakistan è un Paese di confessione Islamica per il 97%, dove, però, la presenza cattolica, il 2%, vive la fede cristiana in modo integro e convinto. Padre Cesare è figlio di una famiglia di ben dieci figli. Giunto in Italia nello scorso giugno, ha ricevuto un po’ di Italiano nel convento dei Padri Cappuccini a Rovigo da Padre Gianluigi Pasquale, che essendo pronipote della Beata Eurosia Fabris, gli ha fatto conoscere la propria bisnonna, popolarmente chiamata “beata Mamma Rosa”.  E’ già venuto a Marola (Vicenza) per far visita alla tomba della Beata. Ora, ben convinto dell’attualità di questa originale Testimone dell’amore in famiglia, sta organizzando delle proposte da offrire ai suoi compaesani del Pakistan. Mamma Rosa lo illumini nel programmare e realizzare iniziative atte a dare freschezza e vitalità alla Famiglia, “cellula fondamentale della società, luogo dove si impara a convivere nella differenza e ad appartenere ad altri”.    (Papa Francesco)

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