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Mamma Rosa catechista

La chiesa di Marola è una delle più antiche della zona; è sempre stata intitolata alla Madonna, come attesta una lapide che riporta la dedicazione a Santa Maria in Marola. Nel 1277, il feudo di Marola, che apparteneva ai canonici vicentini, venne acquistato dalle monache benedettine di San Pietro che, fino ai primo del Novecento, ebbero la giurisdizione della chiesa. Nel XIII secolo, Marola era già attestata come parrocchia e, nel secolo XIV, possedeva un proprio fonte battesimale e un proprio cimitero. I libri canonici della parrocchia iniziano nel 1564.

Secondo le notizie riportate in un inventario di beni datato 1634, già da tempo funzionavano le confraternite del Santissimo Sacramento e del Santo Rosario. All'epoca, la chiesa era situata al limite di un agro centuriato che terminava a sud-ovest, presso l'argine del fiume Tesina. I nobili Fiocardi, nel 1774, la cedettero, venisse utilizzata come parrocchiale, ma le acque mettevano a rischio l'edificio. Nel 1879 si pose rimedio al problema con la costruzione di una nuova chiesa, oltre il fiume. L'edificio attuale, conserva la struttura ottocentesca, ma, nel Novecento, la facciata fu modificata a seguito di alcuni restauri.

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Catechista

“Quando Rosina era poco più che quindicenne, le affidarono il compito di insegnare il catechismo alle fanciulle. Aveva un’arte speciale di avvivare le aride formule del testo con delucidazioni, con esempi, con racconti, con ammonimenti e consigli, instillando in quei cuori puri l’amore di Gesù e di Maria, la fuga del peccato e dei suoi pericoli, il buon contegno nella Casa di Dio. In questa scuola a lei così congeniale, durò per anni ed anni”.

I bambini e i ragazzi che l’ebbero catechista non dimenticarono mai la gioia che irradiava quando parlava della persona di Gesù, del suo amore alla Chiesa, la frequenza ai Sacramenti, la sua dedizione ai poveri, ad imitazione del Signore faceva del bene a tutti. “Era la sua, una fede semplice ed operosa. Il suo cuore si dilatava quando sentiva parlare di Dio, della Santissima Trinità, di Gesù, della Madonna, dei Santi e del Paradiso e spesso diceva: ‘Ringraziamo il Signore di essere cristiani.

È la più grande grazia di Dio”. Il segreto di tutto, Eurosia lo trovò grazie ad una profonda devozione allo Spirito Santo. Rosa Fabris coltivò fin da bambina una profonda devozione allo Spirito Santo, il Consigliere, il Paraclito che illumina la mente dei fedeli. “Grandissima era la sua devozione allo Spirito Santo. Ogni giorno frequentemente l’invocava con le espressioni più tenere; perché – diceva – è proprio lo Spirito Santo che ci illumina, ci aiuta nelle tentazioni, ci dà la grazia di Gesù.”.

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La bellezza di annunciare il Vangelo


«Quando abbiamo più bisogno di un dinamismo missionario che porti sale e luce al mondo, molti laici temono che qualcuno li inviti a realizzare qualche compito apostolico, e cercano di fuggire da qualsiasi impegno che possa togliere loro il tempo libero. Oggi, per esempio, è diventato molto difficile trovare catechisti preparati per le parrocchie e che perseverino nel loro compito per diversi anni.

Ma qualcosa di simile accade anche con i sacerdoti, che si preoccupano con ossessione anche del loro tempo personale. Questo si deve frequentemente al fatto che le persone sentono il bisogno imperioso di preservare i loro spazi di autonomia, come se un compito di evangelizzazione fosse un veleno pericoloso invece che una gioiosa risposta all’amore di Dio che ci convoca alla missione e ci rende completi e fecondi.

Alcuni fanno resistenza a provare fino in fondo il gusto della missione e rimangono avvolti in un’accidia paralizzante» (Papa Francesco, Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium, n. 81, 26.11.2013). Quasi certamente Eurosia Fabris non avrebbe mai immaginato che si parlasse di lei – o si potesse pensare a lei leggendo queste parole di Papa Francesco – come di una catechista ante litteram, anticipatrice di metodologie proposte agli operatori pastorali dalla Chiesa che è in Italia e nel mondo soltanto da qualche decennio, nell’insostituibile e difficile campo della catechesi.

Eurosia Fabris, per ispirazione dello Spirito Santo, di cui è stata fin da giovanissima fervente devota, capì che a conoscere e ad amare il Signore si deve imparare tra le pareti domestiche, sulle ginocchia dei genitori, della mamma in particolare, in maniera naturale e spontanea, come si impara a camminare, a nutrirsi, a pronunciare le prime parole.

Tutta la vita cristiana di Mamma Rosa ha avuto come fondamento la Sacra Scrittura.

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6 novembre anniversario della Sua Santa Beatificazione.

Il santo nella Chiesa Cattolica, è colui che si lascia guidare dallo Spirito Santo e corrisponde alla sua chiamata. Lo Spirito ne plasma l'anima e quando vuole dare un messaggio alla sua Chiesa, lo presenta come esempio agli altri. Questo è il senso della beatificazione e canonizzazione nella Chiesa Cattolica. E la santità si manifesta in ogni età, condizione sociale e luogo. MAMMA ROSA condusse la sua adolescenza e giovinezza nella preghiera, nel lavoro, nella semplicità. Completò la sua formazione con la lettura di libri utili studiando il catechismo e la Storia Sacra. Insegnò il catechismo nella parrocchia di Marola alle fanciulle e nella sua casa l'arte del taglio e cucito alle giovani. E' stata beatificata il 6 novembre 2005 a Vicenza sotto il pontificato di Benedetto XVI. Si realizza così l'auspicio di Pio XII: "Bisogna far conoscere quest'anima bella, ad esempio delle famiglie di oggi". La diocesi di Vicenza la ricorda il 9 gennaio.... ed ora anche con il titolo di "Patrona dei Catechisti".

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