Donna - Moglie - Mamma
Nulla di più ovvio, nulla di più naturale per una donna che desiderare di diventare mamma: esattamente ciò che si realizzò anche nella vita di Mammarosa. Un desiderio forse acuito dal fatto che fin da bambina sperimentò il dolore di perdere la sua genitrice: un dolore che assai probabilmente le ispirò di imitare la sua mamma proprio nel compito di trasmettere la vita al maggior numero possibile di figli. In questo modo Mammarosa ha saputo coniugare in un modo meraviglioso sponsalità e maternità. Un binomio che oggi viene troppo facilmente disgiunto mentre è di origine divina: è per volontà dello stesso Creatore che l’uomo e la donna ricevono il comando di amarsi e di generare.
In effetti, Mammarosa ebbe la fortuna di accudire prima ai due figli del marito Carlo, che era rimasto vedovo; poi ne ebbe ben nove dal suo matrimonio; infine ne adottò altre tre rimasti orfani di guerra. Ma non ne aveva ancora abbastanza: infatti, un giorno ebbe a dire: “Quanto sarei contenta di poter dire una buona parola a tanti poveri negri e convertirli! Almeno potessi prendermi qualche bambino nero con me per farlo crescere cristiano”.
Qui si rivela una generosità straordinaria, difficilmente proponibile oggi ma pur sempre ammirevole e degna della massima considerazione, Se alla signora Rosa Fabris si è pensato di annettere, prima di ogni altro, il titolo di “mamma ” la ragione sta proprio in questo: nella sua totale dedizione al compito di trasmettere la vita. Compito ricevuto da Dio stesso e assunto liberamente e gioiosamente nel giorno del suo matrimonio.