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La Lettera alle donne di San Giovanni Paolo II

La Lettera alle donne di San Giovanni Paolo II

La Lettera alle donne di Giovanni Paolo II fu firmata il 29 giugno 1995 e pubblicata il 10 luglio, presentata in una conferenza stampa presieduta dall’allora presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, il cardinale Eduardo Francisco Pironio, con la partecipazione di Giulia Paola di Nicola, dell’Università di Teramo, e Maria Graça Sales, officiale del medesimo Pontificio Consiglio.

Si tratta di un documento molto particolare perché redatto in forma di “lettera” indirizzata «direttamente, e quasi confidenzialmente» a tutte le donne e a ciascuna. Nel contesto immediatamente precedente alla IV Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sulla donna, il Papa si rivolge direttamente ad esse per coinvolgerle, interpellarle personalmente, invitare tutte e ciascuna a riflettere sulla responsabilità personale, culturale, sociale ed ecclesiale che scaturisce dall’essere donna.

Molte donne risposero all’iniziativa del Santo Padre ringraziandolo per le sue parole, apprezzando il tono nuovo e diretto, accettando il compito che veniva loro affidato di impegnarsi direttamente nell’edificazione della società secondo l’indole propria del “genio femminile”. Le edizioni de “L’Osservatore Romano” in italiano dei giorni seguenti alla pubblicazione della Lettera riportano numerosi interventi di donne che rispondono al Santo Padre istaurando una sorta di “dialogo ideale” tra il Papa e le donne.

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A voi, donne del mondo intero

(LETTERA DEL PAPA GIOVANNI PAOLO II ALLE DONNE)

Il mio saluto più cordiale!

1. A ciascuna di voi e a tutte le donne del mondo indirizzo questa lettera nel segno della condivisione e della gratitudine, mentre si avvicina la IV Conferenza Mondiale sulla Donna, che si terrà a Pechino nel prossimo mese di settembre.

Desidero innanzitutto esprimere il mio vivo apprezzamento all'Organizzazione delle Nazioni Unite, che ha promosso una iniziativa di così grande rilievo. Anche la Chiesa intende offrire il suo contributo a difesa della dignità, del ruolo e dei diritti delle donne, non solo attraverso lo specifico apporto della Delegazione ufficiale della Santa Sede ai lavori di Pechino, ma anche parlando direttamente al cuore e alla mente di tutte le donne. Recentemente, in occasione della visita che la Signora Gertrude Mongella, Segretaria Generale della Conferenza, mi ha fatto proprio in vista di tale importante incontro, ho voluto consegnarle un Messaggio nel quale sono raccolti alcuni punti fondamentali dell'insegnamento della Chiesa in proposito. È un messaggio che, al di là della specifica circostanza che lo ha ispirato, si apre alla prospettiva più generale della realtà e dei problemi delle donne nel loro insieme, ponendosi al servizio della loro causa nella Chiesa e nel mondo contemporaneo. Per questo ho disposto che fosse trasmesso a tutte le Conferenze Episcopali, per assicurarne la massima diffusione.

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Mulieris Dignitatem

(LETTERA APOSTOLICA MULIERIS DIGNITATEM DEL SOMMO PONTEFICE GIOVANNI PAOLO II SULLA DIGNITÀ E VOCAZIONE DELLA DONNA IN OCCASIONE DELL'ANNO MARIANO )

LA DIGNITÀ DELLA DONNA e la sua vocazione - oggetto costante della riflessione umana e cristiana - hanno assunto un rilievo tutto particolare negli anni più recenti. Ciò è dimostrato, tra l'altro, dagli interventi del Magistero della Chiesa, rispecchiati in vari documenti del Concilio Vaticano II, il quale afferma poi nel Messaggio finale: «Viene l'ora, l'ora è venuta, in cui la vocazione della donna si svolge con pienezza, l'ora in cui la donna acquista nella società un'influenza, un irradiamento, un potere finora mai raggiunto. E' per questo che, in un momento in cui l'umanità conosce una così profonda trasformazione, le donne illuminate dallo spirito evangelico possono tanto operare per aiutare l'umanità a non decadere». Le parole di questo Messaggio riassumono ciò che aveva già trovato espressione nel Magistero conciliare, specie nella Costituzione pastorale Gaudium et spes e nel Decreto sull'apostolato dei laici Apostolicam actuositatem.

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