Come già è stato accennato, Rosa Fabris coltivò fin da bambina una profonda devozione allo Spirito Santo, lo Spirito di comunione e di amore, l’anima della Chiesa, il Consigliere, il Paraclito che illumina la mente dei fedeli, anche bambini, e risveglia nel cuore sentimenti di pace, di gioia, di amore, frutti che scaturiscono appunto dallo Spirito Santo, ma che richiedono anche la nostra collaborazione.
“Grandissima era la sua devozione allo Spirito Santo. Ogni giorno frequentemente l’invocava con le espressioni più tenere; perché – diceva – è proprio lo Spirito Santo che ci illumina, ci aiuta nelle tentazioni, ci dà la grazia di Gesù. Faceva sua la convinzione di S. Paolo quando afferma: ‘Lo Spirito sostiene la nostra debolezza, perché noi non sappiamo pregare come si deve. E’ lo Spirito che domanda per noi con gemiti inesplicabili. Colui che scruta i cuori, conosce quello che brama lo Spirito, mentre egli sollecita Dio per i Santi’ (Rm 8,26-27)” .
Un’altra devozione che Rosina apprese dalla lettura del Vangelo e che alimentò con sempre maggiore consapevolezza è quella eucaristica.
“L’età della prima comunione era fissata verso i 12 anni, così possiamo immaginare quanto abbia desiderato questo momento la nostra Rosina. La prima comunione le destò nell’anima una fede insaziabile di Cristo Eucaristico.
In quel tempo la comunione quotidiana non era un’abitudine diffusa, ma non c’era festa del Signore che non fosse una festa anche per la nostra Rosina, la quale trovava le sue delizie nel ricevere Gesù eucaristico, nell’assistere alla S. Messa e alle Funzioni vespertine. Ricordano alcuni testimoni: ‘Era uno spettacolo edificante vedere quella giovinetta in contemplazione, con lo sguardo fisso al tabernacolo, oppure con il viso fra le mani, sembrava un angelo orante e adorante’” .
Anche la Vergine santissima fu amata e pregata in modo speciale da Rosa Fabris, come affermano molti testimoni e anche questa devozione era fondata sul Vangelo perché Rosa aveva capito che Maria conduce a Gesù.
“La devozione alla Madonna era una nota caratteristica della sua vita spirituale. L’aveva succhiata con il latte materno, ne aveva trovato esempi e stimoli nei suoi genitori e soprattutto l’aveva compreso nell’approfondire alcune pagine di Vangelo. Il culto di Maria declinò tutta la vita di Rosa e fu un culto di venerazione, di amore, di confidenza filiale e di imitazione. Tra gli atti della sua pietà mariana al primo posto troviamo il Santo Rosario. Imparò a recitarlo in famiglia; ne comprese sempre meglio il valore, ne gustò la profondità attraverso la meditazione dei misteri.
La sua devozione alla Vergine ebbe un altro stimolo potente nelle visite al celebre Santuario di Monte Berico che avrà un’influenza grandissima nella sua vita”
sr. Maria Zaffonato