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Vocazioni religiose

Le vocazioni religiose di cui è stata arricchita la casa di mamma Rosa.

Ben tre figli sacerdoti, due preti diocesani ed un religioso frate minore, una figlia suora, un altro figlio morto da seminarista e un figlio adottivo frate minore.

Altri figli si sono sposati e hanno vissuto il loro Matrimonio ricevendone forza dall'esempio dei genitori. Le vocazioni dei figli sono state il frutto più bello e fecondo della fede e dell'amore che univa nel Matrimonio i due sposi e la loro famiglia.

Oggi per molte famiglie la vocazione sacerdotale o religiosa di un figlio o di una figlia rappresenta un problema ed una preoccupazione non una gioia ed un invito ad aprirsi con generosità al disegno di Dio.

Questo deriva certamente dal fatto che la gratuità del dono di sé ed il sacrificio che la scelta vocazionale comporta spaventano chi pensa al futuro, avendo davanti modelli alternativi, cha appaiono più facili e produttivi per la vita. Viene a mancare la fiducia in Dio e la gioia di accogliere la sua chiamata come grazia e dono grande per la stessa famiglia.

Per mamma Rosa la gioia di vedere i figli incamminati sulla via della vita consacrata per aderire con tutto il cuore a Cristo era motivo di consolazione come lo era il vedere gli altri figli percorrere la vocazione matrimoniale formando buone e sane famiglie cristiane.

Anche per questo aspetto vogliamo rendere grazie al Signore e chiedere l'intercessione della Beata, affinché le famiglie della nostra terra ritrovino il coraggio e l'orgoglio di donare un figlio o una figlia alla Chiesa.

Di questa nuova stagione di vocazioni ha bisogno la nostra Diocesi e ne hanno bisogno i giovani e le ragazze, che cercano un senso alla vita e sentono nascere dentro di sé il desiderio di trovare la vera gioia interiore nel servizio di Dio e degli altri. I loro genitori e le nostre comunità siano attente e disponibili ad incoraggiare, accompagnare e sostenere con la preghiera e l'amicizia la ricerca vocazionale di questi giovani.

Come mamma Rosa insegna, vale di più l'esempio e l'ambiente di vita che tanti discorsi. La testimonianza dei genitori, dei sacerdoti ed educatori e l'ambiente ricco di spiritualità e di fraternità della propria casa e parrocchia favoriscono lo sbocciare di autentiche vocazioni al sacerdozio, alla vita consacrata e al matrimonio cristiano.

Un grande amore ai sacerdoti

La beata Eurosia Barban aveva un grande amore verso il sacerdozio e quest’amore lo comunicava anche agli altri. Francamente confesso - scrive una sua amica maestra - che da quel giorno in cui la conobbi, mi sentii sempre più attratta verso i ministri di Dio.

Imparai da lei ad averne una grande stima e di pregare sempre per i bisogni spirituali dei sacerdoti. Con quanta carità e compassione parlava di qualche sacerdote indegno e con quanta gioia, di quelli buoni! E osservava:

È meglio un buon secolare, che un cattivo prete! Se sapesse quanto male fa uno che sia poco zelante: quanto bene, un vero sacerdote!

Anche loro sono soggetti alle tentazioni, come noi e anche più di noi; hanno, perciò, bisogno del continuo aiuto del Signore! Bisogna pregare tanto tanto per loro.

E soggiungeva, con un senso di compiacenza materna: Io prego sempre, sempre per i miei figli sacerdoti... Tutti mi dicono che fanno bene. Sono proprio tanto contenta; e ringrazio Dio con tutto il cuore e lo prego che li mantenga sempre buoni e che possano fare tanto del bene in mezzo alle anime!

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Mamma

La giovane Eurosia il 5 maggio 1886 celebrò il matrimonio con Carlo Barban nella chiesa parrocchiale di Marola in Torri di Quartesolo (VI)

Con il matrimonio Rosina divenne anche mamma: Mamma di due orfanelle, in seguito anche mamma di nove figli propri, così come le aveva preannunciato la Madonna apparendole nel Santuario di Monte Berico.

A loro si aggiunsero nel 1917 altri tre orfani di una nipote, Sabina, morta mentre il marito era al fronte nella prima Guerra Mondiale. Rosa era molto generosa, faceva da balia spesso a bambini le cui madri non potevano allattarli.

Accoglieva pastori o pellegrini di passaggio; una volta una donna partorì anche un bambino nella stalla e i coniugi Barban accolsero quella famiglia per tre giorni nella loro casa.

Ricchezza di Vocazioni: della sua numerosa famiglia, tra figli suoi e adottati, due morirono in tenera età, sei scelsero la via del matrimonio, altri due scelsero il sacerdozio don Giuseppe e don Secondo, un altro Angelo Matteo, fu francescano con il nome di padre Bernardino; Chiara Angela, la prima adottata, entrò fra le Suore della Misericorda di Verona; un altro morì seminarista e un altro fu francescano con il nome di frate Giorgio.

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